In lingua napoletana le lettere a Tacito sull'eruzione del Vesuvio

 napoletano le lettere a Tacito sull'eruzione del Vesuvio


I documenti di  Plinio il Giovane a cura di Carlo Avvisati 



Che il napoletano non sia un semplice dialetto, ma una vera e propria lingua, è ormai questione che trova diversi ed appassionati sostenitori. 
E' tangibile la pervasività di questo idioma  che è riuscito a superare le barriere geografiche attraverso le canzoni e la poesia, in particolare. 

L'idea di pensare ad una traduzione dal latino alla lingua partenopea, che arriva dal giornalista e scrittore  Carlo Avvisati, non può che essere quindi accolta con naturale apprezzamento, soprattutto per la materia affrontata.
L'operazione di Avvisati si è infatti concretizzata in un piccolo volume 'Comme s'arricettaie zizìoì"  (edito  I tipi di Artèm), dove ad essere trasposte sono le due lettere - scritte nel latino del I secolo d.C. - da Gaio Plinio Cecilio Secondo (detto il Giovane) ed indirizzate allo storico Tacito per descrivere la tragedia vissuta dal territorio durante l'eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C.

Dobbiamo ricordare che in quell'evento distruttivo, sul litorale dell'antica Stabiae, perse la vita Gaio Plinio Secondo, detto Il Vecchio, naturalista, scienziato, comandante della flotta romana del Mediterraneo, acquartierata a Miseno, accorso sul luogo del disastro con una pesante quadriremi nel tentativo di portare aiuto alle genti che quelle aree abitavano. 

La sua morte, le fasi drammatiche dell'eruzione vennero riportate proprio dal nipote (era figlio della sorella), Plinio il Giovane, nelle lettere a Tacito; lettere che, secondo gli studiosi,  sono considerate come la prima eccezionale cronaca mai scritta di una eruzione del Vesuvio e della catastrofe che sconvolse la vita di migliaia di persone per un raggio di decine e decine di chilometri, seppellendo sotto metri di lapilli e ceneri cittadine come Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae.

Il volume ha la presentazione, prefazione e postfazione di Agostino Casillo, presidente del parco del Vesuvio, di Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, e di Giuseppe Luongo, professore emerito di Geofisica della terra solida all'Università Federico II di Napoli.

Il testo latino ha  a fronte la traduzione in napoletano (con un dizionarietto per le parole meno comuni), mentre in appendice vengono riportate, per una migliore comprensione, le due lettere tradotte in italiano.

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