Riapre al pubblico la collezione Magna Grecia del MANN


La collezione Magna Grecia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha riaperto oggi al pubblico dopo un silenzio lungo oltre vent’anni ed una dedica al professor Enzo Lippolis (Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità/Università “La Sapienza” di Roma, scomparso prematuramente nel 2018), che ha costruito un particolare progetto allestitivo per raccontare le radici storiche della cultura dell’Italia meridionale.

Chiusa dal 1996, la collezione, per ricchezza ed antichità del patrimonio archeologico (i reperti, dal Settecento ai primi decenni del Novecento, furono convogliati nell’allora Real Museo Borbonico tramite acquisti e donazioni) rappresenta un unicum nel panorama museale internazionale: oltre 400 opere, infatti, testimoniano le caratteristiche insediative, le strutture sociopolitiche, il retroterra religioso ed artistico nella Campania di epoca preromana.

Diversi nuclei tematici, dunque, con un significativo filo conduttore: la complessità della coesistenza tra le comunità radicate nel Sud della penisola.

“Restituiamo oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli una parte fondamentale della sua identità - ha dichiarato il direttore Paolo Giulierini - il riallestimento dopo 20 anni della collezione Magna Grecia, tra le più ricche e celebri al mondo, è l’esito di un vasto piano di interventi per il riassetto dell’ala occidentale dell’edificio destinata ad accogliere le testimonianze dell’epoca preromana. Nelle sale del primo piano che ospitano il percorso espositivo, un’esperienza unica attende il visitatore, che potrà letteralmente passeggiare nella storia. Lo farà camminando, con le opportune precauzioni, sui magnifici pavimenti a mosaico provenienti da Villa dei Papiri di Ercolano, da edifici di Pompei, Stabiae, dalla villa imperiale di Capri, finalmente recuperati e riportanti alla loro magnificenza. La storia dei greci in Occidente, e quella dei popoli italici con i quali vennero a contatto, torna quindi a passare per il MANN, e mi piace immaginare questa ‘nuova’ sezione come un affascinante ‘portale della conoscenza’ che da Napoli conduca, e sempre più invogli, alla scoperta degli antichi tesori del Mezzogiorno d’Italia’’.


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