''Cinemanifesti'' la mostra di manifesti e locandine del cinema sardo degli anni ’60 e ‘70 all'Exma di Cagliari



“Il manifesto è un muscolo teso e bloccato in uno sforzo, è la morte del film ma anche la sua resurrezione, è reliquia e sguardo che ci guarda». Così scrive Sergio Naitza nel suo libro Il cinema immobile, dedicato ai manifesti del cinema popolare italiano. 

Ai manifesti e alle locandine, oltre cinquanta, che hanno rappresentato il cinema sardo degli anni ’60 e ’70 è dedicata la mostra Cinemanifesti, allestita nella Sala delle Volte dell’EXMA di Cagliari a cura della Società Umanitaria – Cineteca Sarda, e organizzata in collaborazione con il Consorzio Camù, che sarà visitabile fino  al 26 febbraio 2023. La mostra, allestita da Salvatore Campus, è realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna, il patrocinio del Comune di Cagliari, la media partnership di RadioX con le consulenze di Giovanni Sanna, Sergio Naitza, Tore Cubeddu, Arkivi Qendror Shtetëror i Filmit (Cineteca di Tirana, Eriona Vyshka), Cineteca Lucana (Gaetano Martino), Amedeo Costantino (Grafema), Alberta Raccis, Gianni Olla, Antioco Floris e Gianni Livi.

Come spiegato dagli organizzatori, la mostra, dedicata ai manifesti e alle locandine del cinema sardo degli anni ’60 e ’70, pur nei limiti di un ventennio molto particolare per la storia sarda, esprime questa vitalità dell’immagine che sopravvive al film e parla al pubblico di oggi oltrepassando il gioco della memoria, attivando nuove consapevolezze e introducendo alla rilettura critica, al ripensamento di stereotipi e etnocentrismi. 


Gli 8 film della mostra sono: Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta (1961), Una questione d’onore di Luigi Zampa (1966), Sequestro di persona di Gianfranco Mingozzi (1968), Barbagia di Carlo Lizzani (1969), Uomini contro di Francesco Rosi (1970), I protagonisti di Marcello Fondato (1971), Dove volano i corvi d’argento di Piero Livi (1977), Padre Padrone di Paolo e Vittorio Taviani (1977). 

I film raccontano un’epoca che sembra lontana, anni in cui si girava nell’isola sotto i riflettori della cronaca nazionale (soprattutto nera e di costume) e quindi gli obiettivi erano puntati sulla Sardegna più interna e nascosta.


Produzione, scrittura e regia erano per lo più esterni (solo Piero Livi era sardo), mentre oggi esiste una folta schiera di registi sardi che ha rivisto e ritematizzato anche lo sguardo retrospettivo, valorizzando per esempio un aspetto che era assente in quei film: la lingua sarda e il sardo che parla la sua lingua. Gli autori sardi e non sardi di oggi hanno una sensibilità estetica e intellettuale nuova, che li porta a utilizzare la lingua come elemento espressivo forte della narrazione visiva. Eppure in quel cinema, che rielaborava stereotipi vecchi e nuovi della nostra società e che si volgeva con una nuova attenzione e un nuovo sguardo alla cultura sarda, si coglie un tratto linguistico che i manifesti restituiscono: è una lingua che parla per immagini e gesti, tratti antropologici e tradizionali che la macchina da presa non poteva ignorare. Emerge così un ritratto di ciò che  siamo stati e di ciò che gli altri vedevano e sentivano dentro l’isola, i luoghi e i suoni che sono impressi nel muscolo ancora teso della lingua sarda. Quell’istante fermato nelle inquadrature, che accompagnavano la programmazione cinematografica nelle sale di allora, lo racconta in tutta la sua complessità. Il manifesto di allora è, in un certo senso, la reliquia che ci guarda e ci interroga ancora oggi.

Quasi una mostra dentro la mostra è la sezione dedicata alle attrezzature cinematografiche in uso all’epocaIn più di cinquant’anni di storia, la Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari ha infatti raccolto e conservato non solo migliaia di pellicole, preservandole dal deterioramento, ma anche un grande numero di strumenti, macchine, attrezzature della storia del cinema. In questa mostra, la Cineteca Sarda espone per il pubblico una selezione di preziosi oggetti della sua collezione. Cineprese, macchine fotografiche, proiettori, tavoli di ispezione, giuntatrici, illuminatori, cavalletti e carrelli: il cinema, d’altra parte, non è fatto solo di nitrati e celluloide, ma anche di tutti questi strumenti che il pubblico avrà modo di ammirare negli spazi dell’Exmà. Alcuni di questi oggetti hanno storie molto importanti, come le donazioni della Famiglia Vodret, risalenti ai primi anni del secolo scorso e gli attrezzi del mestiere di fotografi e registi dilettanti. La Cineteca è entrata in possesso di parte di questa raccolta anche grazie al suo progetto “La tua memoria è la nostra storia”, lanciato nel 2011 insieme ai centri dell’Umanitaria di Carbonia e Alghero, con l’obiettivo di raccogliere, digitalizzare e rendere nuovamente fruibili le pellicole del cinema di famiglia: 9,5mm, 8mm e super8, grazie alle quali, fin dai primi decenni del Novecento, si immortalavano ricordi familiari, ma anche feste, comizi, sagre, riti sacri e altri eventi pubblici.

Il ciclo delle Proiezioni. Nel corso delle settimane di apertura della mostra, la Sala Conferenze dell’EXMA ospita un ciclo di proiezioni, tutte con ingresso libero e limitatamente alla capienza della sala. Dopo la proiezione di apertura, il ciclo prosegue il 25 gennaio con  Sequestro di persona, di Gianfranco Mingozzi, anche questo girato nel 1967. L’1 febbraio di Carlo Lizzani sarà invece proposto Barbagia (La società del malessere) del 1969; l’8 febbraio Uomini contro di Francesco Rosi (1970); il 15 Dove volano i corvi d’argento di Piero Livi, del 1976 e infine Padre Padrone che i Fratelli Taviani girarono nel 1977.

I materiali esposti.  I manifesti appartengono al Fondo cinematografico donato da Giovanni Sanna e custodito presso la Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari.

Gli strumenti e i materiali esposti fanno parte della collezione conservata e curata negli archivi dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, attraverso acquisizioni e donazioni private, in particolare grazie al progetto “La tua memoria è la nostra storia”, realizzato dai C.S.C. della Società Umanitaria di Alghero, Cagliari e Carbonia con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna.

Attività didattiche. A partire dal 12 gennaio 2023 gli operatori del Centro Servizi Culturali di Cagliari della Società Umanitaria – Cineteca Sarda, in occasione della mostra Cinemanifesti propongono i laboratori Viaggio nel precinema: il taumatropio, dedicato alle Scuole primarie e Viaggio nel precinema: il fenachistoscopio, per le secondarie di Primo grado.  Le scuole secondarie di secondo grado potranno invece scoprire la mostra con la visita guidata a cura di Didattica e Servizi Educativi EXMA.


Foto di Andreas da Pixabay 

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