La Collezione Peggy Guggenheim inaugura un nuovo laboratorio per lo studio e la conservazione delle opere della collezione: un progetto all’avanguardia per la tutela dell’arte come bene primario e collettivo

 

La Collezione Peggy Guggenheim compie un ulteriore, significativo passo nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico custodito a Palazzo Venier dei Leoni, con l’apertura di nuovo laboratorio di conservazione e restauro, uno spazio tecnologicamente avanzato che segna una svolta nel percorso di studio, manutenzione e cura delle opere collezionate nel corso di oltre trent’anni dalla lungimirante mecenate Peggy Guggenheim. Il progetto nasce dal cuore della missione del museo: elevare l’arte a bene primario e collettivo, accessibile a tutti, e tutelarla come strumento di crescita personale e sviluppo del pensiero critico per le generazioni future.

Concepito come centro di eccellenza per la ricerca e il restauro, il laboratorio è il risultato di oltre un decennio di impegno da parte del Dipartimento di conservazione del museo, che ha contribuito a fare della Collezione Peggy Guggenheim un punto di riferimento internazionale per lo studio delle tecniche artistiche e dei materiali utilizzati dai più importanti artisti del Novecento. Grazie a questo nuovo spazio, il museo può affrontare con ancora maggiore efficacia e autonomia progetti conservativi complessi, coniugando rigore scientifico, innovazione tecnologica e una forte vocazione alla divulgazione. Il laboratorio si distingue per il suo duplice carattere di “open lab” e “open storage”: parte delle sue attività è visibile al pubblico, offrendo ai visitatori l’opportunità unica di osservare da vicino il rigoroso e delicato lavoro quotidiano di conservazione mentre alcune sculture della Collezione, attualmente non esposte, trovano qui collocazione, divenendo così accessibili in un contesto che unisce studio, conservazione e narrazione museale. Tra gli interventi attualmente in corso nel nuovo spazio figurano i restauri di capolavori come Finestre aperte simultaneamente 1° parte, 3° motivo (1912) di Robert Delaunay, Composizione n. 1 con grigio e rosso 1938 / Composizione con rosso (1938–39) di Piet Mondrian, Movimento gracidante (1946) di Jackson Pollock. Queste opere, emblematiche del linguaggio e delle sperimentazioni dei rispettivi autori, saranno oggetto di interventi altamente specializzati, riflettendo il desiderio del museo di diventare un interlocutore autorevole a livello internazionale anche nel campo della ricerca della scienza d’avanguardia applicata alla conservazione. Il laboratorio sarà inoltre un centro di formazione e innovazione, aperto a giovani conservatori e studiosi che potranno apprendere le tecniche più avanzate e contribuire a progetti di ricerca, anche in collaborazione con enti accademici e partner europei. Il Dipartimento di conservazione partecipa infatti da anni a numerosi progetti sperimentali su materiali green e approcci sostenibili alla conservazione, contribuendo allo sviluppo di pratiche sempre più responsabili e consapevoli.

Fondamentale per la realizzazione del laboratorio è stato il sostegno di EFG, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim dal 2001. Da oltre vent’anni, EFG affianca il museo nel suo impegno per la tutela dell’arte, sostenendo in passato il restauro di opere fondamentali, come Lo studio (1928) di Pablo Picasso, La ragazza con il bavero alla marinara (1916) di Amedeo Modigliani, e Scatola in una valigia (1935–41) di Marcel Duchamp. Con il supporto a questo nuovo progetto, EFG rinnova il proprio contributo alla missione della Collezione, confermando una visione condivisa di responsabilità culturale e investimento nel futuro.

Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, afferma “Con il nuovo laboratorio di restauro desideriamo confermare come la conservazione sia parte integrante della nostra responsabilità nei confronti del patrimonio artistico e della società. È un gesto di cura verso le opere che ci sono state affidate, ma anche un atto di apertura: rendere visibile il processo di tutela, condividere conoscenze e formare nuove generazioni significa rendere l’arte davvero accessibile, in senso profondo. Questo spazio è un ponte tra passato e futuro, tra studio e racconto, tra scienza e pubblico”.

"Siamo lieti di sostenere il nuovo laboratorio, che rappresenta un’importante evoluzione della nostra duratura collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim”, sostiene Franco Polloni, Head Switzerland & Italy Region, EFG International. Peggy Guggenheim è stata una pioniera del pensiero imprenditoriale e, al centro della nostra collaborazione, vi è oggi la convinzione condivisa che l’arte debba contribuire a plasmare il futuro tanto quanto a conservare il passato. In qualità di banca impegnata nel benessere delle future generazioni, riconosciamo il valore della tutela del patrimonio culturale. Grazie all’impiego delle più recenti tecnologie, il laboratorio garantirà che alcune delle opere più significative restino accessibili e possano continuare a ispirare le generazioni a venire. Questa iniziativa pionieristica non solo contribuisce a proteggere il nostro patrimonio culturale, ma rafforza anche il ruolo della Collezione come uno dei principali musei di arte moderna a livello internazionale".

L’apertura di questo nuovo laboratorio rappresenta per la Collezione Peggy Guggenheim non solo il raggiungimento di un traguardo strategico, ma l’inizio di un nuovo percorso che integra conservazione, formazione, ricerca e partecipazione. Un laboratorio vivo, dinamico, pensato per proteggere il patrimonio artistico, ma anche per raccontarne il valore in modo attuale e condiviso.

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