Per Spinacorona, Michele Campanella e Monica Leone con l'Orchestra della Toscana nello spirito di Mozart alla Basilica di Santa Maria degli Angeli





di Milena Borsacchi - A Napoli c'è un festival che ogni anno unisce luoghi segreti, cortili, chiese e giardini della città con la musica dal vivo.  Il suo nome è Spinacorona Passeggiate Musicali Napoletane, un’iniziativa unica, nata per restituire ai cittadini la bellezza di spazi spesso dimenticati, attraverso il dialogo tra arte, architettura e suono. 
Si tratta in realtà di  un viaggio nella città e nella sua anima, dove la musica diventa un linguaggio universale di comunicazione e condivisione.
L’idea  è infatti  quella di far "camminare" l’arte  insieme al pubblico, abbattendo le barriere tra ascolto colto e scoperta urbana. Ogni edizione intreccia capolavori del repertorio classico con l’identità viva della città, facendo del festival un laboratorio di rinascita culturale.

A idearlo e dirigerlo dal 2017  Michele Campanellaun maestro che ha fatto della musica una missione, un interprete che ha attraversato i secoli con il pianoforte come compagno fedele e figura centrale della scena concertistica internazionale, che continua a stupire con la sua visione artistica e con il suo instancabile impegno nella  cultura.

Il programma è  sempre caratterizzato dal saper coniugare luoghi pervasi dalla storia e dalla bellezza insieme alla Musica, interpretata da artisti di grande levatura, e anche quest'anno, dal 26 al 28 settembre,  la città ha svelato perle musicali e tesori d’arte offrendo al pubblico momenti di pura armonia.

E tra i tanti,  che hanno toccato le corde profonde di chi vi ha partecipato, il concerto nella splendida Basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, gioiello dell'arte barocca,  che ha visto il maestro Campanella, nella doppia veste anche di direttore,  la pianista Monica Leone e l'Orchestra della Toscana affrontare due pagine mozartiane di eccezionale bellezza e intensità: il  Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in Si bemolle maggiore K. 595  ed il Concerto per pianoforte e orchestra n. 19 in Fa maggiore K. 459



Circondati dalla ricchezza luminosa degli interni, dove affreschi e stucchi si intrecciano in un dialogo che sembra sospendere il tempo, la serata si è aperta con il Concerto KV 595, ultima gemma del catalogo pianistico di Mozart
Michele Campanella, seduto al pianoforte con l’Orchestra della Toscana, ha offerto una lettura intima e limpida, segnata da una cantabilità naturale esaltando  il carattere contemplativo dell’opera e donando così le suggestioni del salisburghese, in quello che è definito il testamento pianistico di Mozart,  fatto di intimità, il carattere elegiaco e contemplativo intriso della dolce malinconia degli ultimi mesi di vita del genio.
La scelta dei tempi, mai compiaciuta, ha lasciato respirare il discorso musicale; il tocco, leggero e trasparente, ha scolpito il pianismo mozartiano con equilibrio tra eleganza e profondità raggiungendo punte di pura sospensione lirica, con dinamiche cesellate e un fraseggio dalla profonda consapevolezza stilistica.
Il dialogo con l’orchestra si è distinto per coesione e fluidità: Campanella è riuscito nell'interpretazione a mantenere il controllo della grande forma senza oscurare la voce collettiva. 

Ha poi seguito un cambio di prospettiva affascinante quando Campanella è passato alla direzione, affidando a Monica Leone il ruolo di solista nel Concerto per pianoforte e orchestra n. 19 in Fa maggiore K. 459. Leone ha affrontato una pagina di straordinaria vitalità, con  nitidezza, brillantezza e comunicatività. La sua lettura ha sottolineato il carattere teatrale del concerto, accentuandone i contrasti ritmici e la freschezza inventiva.

Il dialogo con l’orchestra, guidata da Campanella, è stato serrato e vivace: la chiarezza dei piani sonori ha consentito di apprezzare il fitto intreccio tra solista e compagine orchestrale. Lo spirito mozartiano viene restituito da Leone con esuberanza controllata, mostrando sicurezza tecnica e un tocco capace di riportare la leggerezza cristallina del compositore senza perdere profondità.

L’Orchestra della Toscana, con la sua flessibilità cameristica, si è dimostrata all'altezza nel corso di tutta la serata: l’equilibrio timbrico, la compattezza delle sezioni e l’attenzione al respiro del solista hanno contribuito  a creare un tessuto sonoro raffinato. Campanella, ora solista ora direttore, ne ha esaltato la duttilità, favorendo un suono chiaro, mai eccessivamente voluminoso, che si è sposato con l’acustica luminosa della basilica.

Il concerto nella Basilica di Santa Maria degli Angeli è stato molto più che un evento musicale. La coppia artistica di Michele Campanella e Monica Leone, affiancata dall’Orchestra della Toscana, hanno colto la grandezza dello spirito di Mozart con interpretazioni che hanno saputo coniugare rigore tecnico e calore umano.


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