Teatro Elicantropo di Napoli: la stagione 2025-2026

La 30esima stagione dello spazio eventi partenopeo è dedicata al genocidio



di Milena Borsacchi - ''Quando entrammo per vedere questo locale in fitto, in vico Gerolomini, chi avrebbe mai ipotizzato che sarebbe diventato un teatro e ci avremmo trascorso 30 anni difficlii, ma meravigliosi della nostra vita''.  
Per parlare della nuova stagione del Teatro Elicantropo di Napoli non possono che essere utilizzate come introduzione le parole commosse del suo direttore  Carlo Cerciello, che oggi insieme Francesco Somma, direttore della Fondazione Eduardo De Filippo, e  Aniello Mallardo, docente di Semiotica della Recitazione, hanno presentato la programmazione 2025-2026
Un traguardo importante perchè porta con sé un anniversario, il trentesimo, per il Teatro che ha creato - nel cuore del centro storico di Napoli - uno spazio vitale per quanti hanno sempre creduto e credono nella forza  trasformativa del palcoscenico.




Nella sede della Fondazione, a Palazzo Scarpetta, alla presenza di molti degli artisti e dei protagonisti coinvolti, è stato ribadito -nel corso degli interventi- l'impegno dell'Elicantropo anche per il 2025-2026 di unire arte, ricerca e formazione realizzando -nel comporre il cartellone- un vero e proprio attraversamento di visioni e linguaggi, dove la memoria incontra il mito, il dolore sociale si intreccia con l’intimità, la danza si apre al racconto e il teatro diventa specchio delle contraddizioni contemporanee.

Come ha tenuto a sottolineare Cerciello, il Teatro propone infatti spettacoli che non raccontano solo storie, ma interrogano la nostra contemporaneità, indagano le ferite collettive, la fragilità dell'umano e, insieme, la sua inesauribile capacità di sognare e ribellarsi. 

«Il nostro tempo – ha affermato Carlo Cerciello – è segnato dall’orrore, dal cinismo, dalla dissoluzione dei valori umani. La tragica assenza di tragedia genera indifferenza e complicità. In queste condizioni, fare teatro significa denunciare, non smettere di guardare. La stagione è dedicata al genocidio del popolo palestinese, considerato l’orrore più devastante del XXI secolo, capace di annientare per sempre l’umanesimo. Gaza diventa il simbolo di una nuova morte di Dio, tra i corpi dei bambini e la brutalità resa quotidiana. Il teatro cerca di rispondere a questa disperazione muta, restando spazio di testimonianza, di parola e di coscienza collettiva».

Ogni spettacolo diventa così  una tappa di un viaggio che esplora le zone più vulnerabili e luminose dell’essere umano, tra solitudini e comunità, ferite storiche e possibilità di rinascita: un mosaico che compone un unico, ampio discorso teatrale. Un percorso che ribadisce la convinzione che il teatro, per avere senso, debba farsi luogo di sguardo, di coscienza, di testimonianza.

Per sottolineare dunque il senso profondo delle tragedie che continuiamo ad attraversare e il riflesso che esse hanno nella nostra vita, il Teatro Elicantropo affronta  per il quinto anno il tema del “tragico” in teatro, quello che Testori definiva “l’inizio e la fine del teatro stesso”.

Parallelamente alla stagione teatrale, proseguirà l’attività del Laboratorio Teatrale Permanente Elicantropo, diretto da Carlo Cerciello: un percorso triennale che ha formato centinaia di allievi, oggi attori e registi riconosciuti in Italia e all’estero.
Anche quest’anno, in collaborazione con la Fondazione Eduardo De Filippo, continua il progetto degli Studi Eduardiani, che porta gli allievi a confrontarsi con il genio partenopeo in una sede prestigiosa, ponte tra tradizione e ricerca.
Il percorso programmatico si completa con il Perfezionamento Professionale per Attori 2025/2026, destinato a chi ha già terminato il triennio o a professionisti selezionati, con incontri, seminari e stages condotti da maestri di livello nazionale e internazionale.

La nuova stagione del Teatro Elicantropo prenderà  quindi il via  domani mercoledì 8 ottobre con un ritorno che è insieme memoria e celebrazione, Scannasurice di Enzo Moscato, diretto da Carlo Cerciello e interpretato da Imma Villa. Fino al 26 ottobre, il femminiello dei Quartieri Spagnoli, creatura sospesa tra oscenità e poesia, ci accompagnerà in una discesa agli inferi della napoletanità, inaugurando, di fatto, i festeggiamenti per i trent’anni del teatro.

La programmazione proseguirà a novembre, dal 13 al 16, con Chisció e Panza di e con Enzo Attanasio e Rosalba Di Girolamo, liberamente ispirato al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Due figure buffe, tra travestimenti e malinconie, trasformano il loro cammino in una riflessione sull’amicizia e sul potere salvifico del sogno condiviso.

Il 21 e 22 novembre sarà la volta di Manuale di sopravvivenza sulla felicità di e con Chiara Claudi, un monologo-concerto che unisce psicologia, musica e teatro per raccontare le voci interiori che ci abitano.

Il mese di novembre si chiuderà, dal 27 al 30, con Ginestre di Elvira Buonocore, con Stefania Serino e Alessia Santalucia, regia Gennaro Maresca. Lo sguardo si fa più civile e politico in un’opera che intreccia memoria e denuncia, per dare voce alle vittime delle catastrofi e al potere che dovrebbe prevenirle.

Dall’8 gennaio all’8 febbraio 2026, l’Elicantropo si confronta con uno dei miti fondativi del teatro, presentando Definisci Antigone, riscrittura scenica di Carlo Cerciello, con Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei. L’allestimento mette in dialogo Sofocle, Brecht, Anouilh e le testimonianze contemporanee del popolo palestinese, per una riflessione potente sul gesto politico e umano, capace di resistere all’indifferenza.

Il mese di marzo, dall’11 al 22, vedrà il Teatro Elicantropo celebrare la sua stessa storia in Buon Compleanno con Roberto Azzurro, Paolo Coletta, Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei, condotto e diretto da Carlo Cerciello. Un viaggio corale che unisce parole, immagini e musica per ripercorrere trent’anni di lotte, passioni, spettacoli e formazione, insieme a chi ne ha condiviso il cammino.

La primavera scenica si aprirà, nel mese di aprile, con tre appuntamenti ravvicinati, a partire, dal 9 al 12, con Silvio Barbiero che porta in scena Lu cunto de li cunti di Giambattista Basile. La lingua è quella di Basile barocca ricchissima e poetica, che veleggia tra immagini complesse e battute da trivio.

Dal 16 al 19 aprile, Giovanni Piscitelli porta in scena Nostoi ‘O tturna’, monologo ispirato al ritrovamento dei Bronzi di Riace, dove mito e quotidiano si intrecciano con ironia.

Patrizia Eger dirige e interpreta, dal 23 al 26 aprile, Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con la danzatrice Sabrina D’Aguanno e le coreografie di Elena D’Aguanno. Il ritratto di una donna travolta dall’ossessione amorosa e dalla fragilità identitaria.

La stagione si concluderà, dal 30 aprile al 3 maggio, ospitando Oltre la linea 2026, rassegna di danza contemporanea ed altre arti che riunisce coreografi e compagnie di rilievo nazionale, presentata da Itinerarte, con la direzione artistica di Rosario Liguoro.

Spettacoli ore 20.30 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)

Info e prenotazioni al 3491925942, 081296640

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