Fino al 20 aprile 2026 alla Reggia di Caserta la mostra “Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa”
Alla Reggia di Caserta oltre 200 opere narrano e ricostruiscono il mondo di regine che contribuirono alla costruzione, affermazione e diffusione della cultura europea.
Fino al 20 aprile 2026, nelle sale della Gran Galleria del Palazzo reale, è aperta al pubblico la mostra internazionale “Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa”, organizzata dal Museo Reggia di Caserta in collaborazione con Opera Laboratori, con il patrocinio del Network of European Royal Residences. Curatela di Tiziana Maffei e Valeria Di Fratta.
L'esposizione intende raccontare il pensiero, l’educazione, il gusto e l’influenza delle sovrane tra Settecento
e prima metà del Novecento; donne segnate dal destino che seppero tessere trame di alleanze e continuità
dinastiche.
Da Elisabetta Farnese a Maria Amalia di Sassonia; da Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, attraverso il decennio napoleonico di Giulia Clary e Carolina Murat, alla Restaurazione borbonica con Maria Isabella; da Maria Cristina di Savoia a Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, fino a Maria Sofia di Baviera e alle sovrane dei Savoia – Margherita, Elena di Montenegro e Maria José del Belgio.
Da Elisabetta Farnese a Maria Amalia di Sassonia; da Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, attraverso il decennio napoleonico di Giulia Clary e Carolina Murat, alla Restaurazione borbonica con Maria Isabella; da Maria Cristina di Savoia a Maria Teresa d’Asburgo-Teschen, fino a Maria Sofia di Baviera e alle sovrane dei Savoia – Margherita, Elena di Montenegro e Maria José del Belgio.
Le loro storie si dipanano attraverso dipinti
di Antonio Rafael Mengs, Jean-Baptiste Wicar, Vigée Le Brun, Joseph Karl Stieler, Ilario Spolverini, Giuseppe
Bonito, Giuseppe Cammarano, Molinaretto, Francesco Liani e tanti altri; abiti cerimoniali; accessori; oggetti
d’arredo; libri e pubblicazioni; strumenti musicali e fotografie.
Un intreccio complesso e ricco di sfumature, ricostruito con cura, mettendo a disposizione del pubblico anche
opere della collezione della Reggia di Caserta mai esposte e conservate finora nei depositi.
Il percorso espositivo, che segue le vicende pubbliche e private di quattro dinastie - Farnese, Borbone, Murat
e Savoia - si sviluppa attraverso sette sezioni.
I. “Educare al trono: l’arte di diventare sovrane”: il cammino che trasformava le bambine in regine
univa insieme disciplina, cultura e rappresentazione. I ritratti delle principesse e delle famiglie
regnanti mostrano questo processo come un’arte complessa, in equilibrio tra grazia e fermezza, tra
dovere dinastico e identità personale. Diventare sovrane era il risultato di un lungo apprendistato
che intrecciava studio, formazione politica, consapevolezza del proprio ruolo e capacità di agire nello
spazio pubblico.
II. “Legami di corte. Nozze che plasmano alleanze”: i matrimoni reali rimescolavano le sorti delle
dinastie. Ogni legame matrimoniale tra le famiglie regnanti metteva in scena uno spettacolo di fasto,
cerimoniale e simboli. Le immagini delle celebrazioni, gli oggetti raffinati e preziosi e le
rappresentazioni teatrali dedicate ai sovrani restituiscono la ricchezza di un rito capace di unire
famiglie e regni, trasformando la vita di due individui in una strategia di governo.
III. “Madri regine. Custodi di eredi e dinastie”: le sovrane erano garanti di continuità, figure chiave nella
costruzione dell’identità politica della famiglia reale. La maternità a corte non era mai solo un fatto
privato: ogni nascita portava con sé aspettative, equilibri da mantenere, successioni da assicurare.
Le immagini, i ritratti e gli oggetti che le rappresentano mostrano la complessità del ruolo esercitato:
la cura amorevole dei figli, l’impegno educativo, la fiera esibizione degli eredi come affermazione di
continuità e legittimità dinastica.
IV. “Regine in scena. Ruolo e immagine pubblica”: la presenza delle sovrane nei ritratti ufficiali, nei
cerimoniali, nelle feste di corte contribuiva a definire l’identità politica della dinastia e ne consolidava
il prestigio. Le sovrane, dal portamento regale e dai gesti misurati, avvolte in abiti preziosi,
accompagnate da oggetti simbolici in ambientazioni raffinate, comunicavano attraverso la propria
immagine virtù, autorevolezza e continuità, elementi fondamentali per mantenere saldo il potere
della monarchia. L’immagine pubblica delle regine non era un semplice riflesso della loro persona,
ma uno strumento di potere.
V. “Gesti del potere. Cerimoniali ed etichette”: una coreografia precisa, fatta di gesti rituali, etichette
codificate e momenti collettivi scandiva la vita della monarchia. Nulla era lasciato al caso: il modo di
avanzare in un corteo, l’ordine dei posti nei banchetti reali, le distanze tra i membri della famiglia
reale e i dignitari. Ogni gesto diventava un segno che conferiva sacralità ai sovrani e confermava ruoli
e gerarchie. Il cerimoniale non era soltanto un insieme di regole formali: era un linguaggio politico.
VI. “Tempo di sé. Studio, interessi e passioni”: esisteva uno spazio riservato, un tempo sottratto agli
obblighi di corte in cui coltivare studi, curiosità e inclinazioni personali. Proprio in questo aspetto
affiora la complessità delle sovrane: donne colte, chiamate a governare, ma anche capaci di ricercare
spazi interiori di crescita, studio e creatività. Le loro passioni — intellettuali, artistiche o spirituali —
diventano così una forma discreta di auto-rappresentazione, un racconto personale che convive con
quello ufficiale della corte e ne arricchisce il volto più umano.
VII. “Stanze regali. L’affermazione del gusto”: attraverso la scelta degli arredi e degli oggetti, le regine
delineavano un ambiente che rispecchiava non solo le mode del tempo, ma anche il loro carattere,
la loro cultura e la visione che desideravano trasmettere della monarchia. Le stanze private
rivelavano inclinazioni intime, talvolta segnando distanze o affinità con i modelli familiari e dinastici;
gli ambienti di rappresentanza, invece, trasformavano il gusto personale in un linguaggio pubblico,
attraverso cui affermare uno stile entro un preciso orizzonte culturale.
Un’installazione multimediale della mostra è dedicata all’arma della diffamazione usata contro le Regine per
minarne autorità e legittimità attraverso stereotipi di genere. L’ambizione diventava “arroganza”,
l’autonomia “scandalo”, il potere “tirannia”. Una dinamica che non appartiene solo al passato: ancora oggi
molte donne subiscono attacchi mirati a ferirne l’immagine e negarne l’autorevolezza. Questa stanza invita
a entrare in quel territorio d’ombra per riflettere su cosa significava anche all'epoca essere donne di potere.
L’esposizione, poi, valica i confini della Gran Galleria per attraversare gli Appartamenti reali della Reggia di
Caserta. Lungo il percorso nel Palazzo reale, le regine tornano a raccontare di sé nel Boudoir di Maria Carolina,
nelle sale private di Maria Cristina di Savoia, nella Biblioteca Palatina dove è esposto il leggìo di Maria Carolina
d’Asburgo Lorena.
Fa parte del focus fuori mostra anche il restauro a cantiere aperto della grande tela “La partenza di Elisabetta
Farnese da Parma dopo le nozze” di Ilario Spolverini. Un’opera che segna il primo passo di quella dinastia che
da Elisabetta giungerà fino ai Borbone d’Italia. I visitatori del Museo potranno seguire dal vivo, nella sala della
Pinacoteca, il delicato lavoro degli specialisti.
“Le regine di cui raccontiamo le storie furono spesso considerate soltanto strumenti di alleanze politiche,
pedine di un gioco dinastico che sembrava negare loro la possibilità di scegliere il proprio destino — ha affermato Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta e curatrice —. Eppure, entro quei margini imposti dal potere,
molte seppero costruire percorsi di influenza e creare spazi di cultura. La mostra invita a rileggere queste
figure non solo come protagoniste, ma come artefici — talvolta consapevoli, talvolta silenziose — di una rete
di scambi e di dialoghi che hanno contribuito a dare forma a una comune identità europea. Attraverso le loro
vite e i segni materiali che ne restano — lettere, opere, oggetti, documenti — si riconosce la forza discreta di
una diplomazia culturale femminile, capace di superare i confini dei regni e di intrecciare la storia con un filo
invisibile ma tenace. In un tempo in cui l’Europa è chiamata a ritrovare il senso delle proprie radici comuni, le
regine tornano a parlarci di visione, di intelligenza e di cultura come strumenti di relazioni tra i popoli”.
“La mostra intende esplorare —ha spiegato Valeria Di Fratta, storica dell’arte del Museo e curatrice — la
complessità del ruolo delle Regine, evidenziando il delicato equilibrio tra doveri pubblici e vita privata tra il
18esimo e il 20esimo secolo. Le protagoniste di questo racconto appartengono a quattro dinastie che hanno
attraversato la storia del Regno di Napoli fino ed oltre l'Unità italiana: a partire da Elisabetta Farnese, che
progettò un regno per suo figlio Carlo di Borbone, passando per Maria Amalia di Sassonia, la prima regina
borbonica del Regno di Napoli; la narrazione prosegue con la ferrea Maria Carolina d'Austria, attraversa il
Decennio Francese con Giulia Clary e Carolina Bonaparte, la Restaurazione con i brevi regni di Maria Isabella
di Spagna, Maria Cristina di Savoia, Maria Teresa d'Asburgo Teschen e Maria Sofia di Baviera, ultima regina
di Napoli; e si conclude in piena Unità italiana con le regine della Casa di Savoia: Margherita, prima regina
consorte d'Italia, Elena di Montenegro e Maria José del Belgio, testimoni del passaggio dalla monarchia alla
Repubblica Italiana”.
“Produrre questa mostra — hato spiega Giuseppe Costa, presidente e amministratore delegato di Opera
Laboratori — rappresenta per noi un’opportunità unica di dialogare con la storia, mettendo in luce figure
femminili che hanno esercitato un'influenza straordinaria nel plasmare il destino delle corti europee. Con
l’allestimento di ‘Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa’ proseguiamo con grande
soddisfazione la collaborazione con il Museo Reggia di Caserta che ci ha visti impegnati nelle mostre:
‘Frammenti di Paradiso. Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta’ e ‘Metawork’ con l’arte di Michelangelo
Pistoletto. Cogliendo le intenzioni dei curatori abbiamo cercato di creare un percorso espositivo che non solo
racconti la storia di queste donne, ma anche il loro impatto culturale, politico e sociale. Ogni sezione della
mostra è stata progettata per restituire il contesto storico e personale di ciascuna regina, attraverso un
allestimento che offre al visitatore un’esperienza immersiva e profonda. Siamo molto orgogliosi di collaborare
con istituzioni internazionali di prestigio per realizzare una grande narrazione visiva, che celebra non solo il
ruolo di queste figure, ma l'importanza di un'eredità culturale che parla anche all'Europa di oggi”.
“È un privilegio — ha affermato Christophe Leribault, presidente dell’Associazione delle Residenze Reali Europee
— sostenere la mostra ‘Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa’, che mette in luce il ruolo
determinante delle donne nella diplomazia delle corti reali. Questa iniziativa straordinaria, promossa dalla
Reggia di Caserta, arricchisce la nostra comprensione delle relazioni che hanno plasmato la storia e il
patrimonio europeo. Oggi questi legami restano particolarmente vivi grazie agli scambi internazionali che
sono al centro dell’attività della nostra rete. È una vera gioia vedere esperti provenienti da tutta Europa —
dall’Austria alla Spagna — unire le loro competenze per trasmettere questa storia comune”.
La mostra “Regine: trame di cultura e diplomazia tra Napoli e l’Europa”, dal 20 dicembre al 20 aprile, ha il
prestigioso apporto, tra gli altri, di Château de Versailles (Francia), Palacio Real di Madrid (Spagna), Galería
de las Colecciones Reales (Spagna), Schloss Schönbrunn (Austria), Staatliche Kunstsammlungen Dresden
(Germania), Palazzo Reale di Napoli, Archivio di Stato di Napoli, Archivio di Stato di Caserta, Museo e Real
Bosco di Capodimonte, Reggia di Venaria, Musei Reali di Torino e di prestatori privati.
Il catalogo della mostra, edito da Sillabe, sarà presentato a gennaio in occasione di un evento internazionale
con ARRE, Associazione delle Residenze reali europee.
Il progetto è finanziato dalla Regione Campania tramite l'Accordo per la Coesione. Main Partner Territoriale
– La Reggia Designer Outlet.
L’esposizione vanta il supporto di Consorzio UnicoCampania.

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